Forse vi chiederete il perché di questa recensione su un
simile blog. Beh, non di sola violenza onirica, visionaria e fantascientifica
si campa! Chi scrive, infatti, è un patito anche di gangster movie, polizieschi
e poliziotteschi ( tutti generi che in qualche modo incrociano il thriller ed
il giallo e per la loro violenza sfrenata, a tratti, anche l’horror ). Tratto
dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo ( 2002 ), questa pellicola si
rivela come uno dei migliori lavori firmati Michele Placido ( 2005 ): il
regista si propone di raccontare un pezzo della triste storia che ha
attanagliato il nostro Paese per anni e che ha visto protagonisti, invischiati
in oscure trame, vicende storiche degli anni ’70 ed eclatanti fatti di cronaca,
uno spietato gruppo di criminali noti al grande pubblico come Banda della
Magliana. Quello narrato da De Cataldo è un perfetto innesto di fatti realmente
accaduti misti ad eventi e personaggi puramente inventati, ma che ricalcano meticolosamente
le orme di sanguinari banditi che han lasciato il segno del loro vasto Impero
Criminale. Placido, ricorrendo ad uno stile personale che a tratti prende le
distanze dal romanzo d’ispirazione, riporta su pellicola questa coinvolgente e
spietata trama:
Il Libanese ha un
sogno: conquistare Roma. Per realizzare quest'impresa senza precedenti mette su
una banda spietata ed organizzata.
Le vicende della banda e dell'alternarsi dei suoi capi (il Libanese, il Freddo, il Dandi) si sviluppano nell'arco di venticinque anni, intrecciandosi in modo indissolubile con la storia oscura dell'Italia delle stragi, del terrorismo e della strategia della tensione prima, dei ruggenti anni '80 e di Mani Pulite poi. Per tutto questo tempo, il commissario Scialoia dà la caccia alla banda, cercando contemporaneamente di conquistare il cuore di Patrizia, la donna del Dandi.
Le vicende della banda e dell'alternarsi dei suoi capi (il Libanese, il Freddo, il Dandi) si sviluppano nell'arco di venticinque anni, intrecciandosi in modo indissolubile con la storia oscura dell'Italia delle stragi, del terrorismo e della strategia della tensione prima, dei ruggenti anni '80 e di Mani Pulite poi. Per tutto questo tempo, il commissario Scialoia dà la caccia alla banda, cercando contemporaneamente di conquistare il cuore di Patrizia, la donna del Dandi.
Un impeccabile Pierfrancesco Favino, coadiuvato sul set da due
meno convincenti Kim Rossi Stuart ( Il Freddo ) e Claudio Santamaria ( Dandi ),
interpreta alla perfezione il ruolo di boss efferato ( Libano ) pronto a spargere
litri di sangue pur di scalare i vertici della criminalità. Stefano Accorsi
interpreta il commissario Scialoia, folgorato da Patrizia ( Anna Mouglalis ), e
alle prese con drammatici ed importanti fatti che han riempito intere pagine di
nera ( intrighi con i servizi segreti e col Vaticano, stragi di Stato,
massoneria, P2, rapimento di Aldo Moro e molto altro ancora ). Un film
importante ed impegnato, al quale ha fatto seguito un’acclamatissima e più curata
serie, che racconta e soprattutto non giustifica, ma anzi denuncia
l’irrefrenabile ondata di violenza e morte abbattutasi sull’Italia degli anni
di piombo. Momento elevato può certamente essere quello in cui vediamo uno
spietato Freddo impegnato contro tutto e tutti pur di vendicare l’amico
d’infanzia ( Libano ) vigliaccamente
tradito e ucciso. Il sentimento dell’amicizia misto a quello della vendetta,
come quello dell’amore che un sanguinario boss può provare per una donna,
mirano ad evidenziare il lato “buono” e “galante” che anche il più brutale
malavitoso può possedere. Assolutamente da vedere!
Nico Parente
Nessun commento:
Posta un commento