E’ da considerare il MASTER dell’horror gotico italiano. Di
chi sto parlando? Di Mario Bava! Il suo nome è sinonimo di brivido nel Bel
Paese e di certo quello che può essere considerato il primo lavoro “de paura”
del regista di origine sanremese, ma da sempre vissuto a Roma, porta il titolo
de La maschera del demonio. Con questa
pellicola Bava introduce stilemi, tecniche di ripresa e tematiche mai viste in
precedenza: in particolar modo, la donna gioca un ruolo principale all’interno
di questo filone cinematografico rappresentando il Male sotto forma concreta e
materiale. E’il 1960 quando Mario Bava realizza questa splendida pellicola in
b/n destinata a divenire un MUST dell’horror mondiale.
Nella Moldavia del
Seicento la principessa Asa è condannata e giustiziata per stregoneria col suo
amante. Il suo volto viene deturpato da una maschera conficcatale sul volto.
Sepolta nella tomba di famiglia, due secoli dopo due medici, in viaggio verso
Mosca, si imbattono nella cripta e, cercando di rimuovere la tenebrosa maschera dal volto della strega
suppliziata, la riportano casualmente in vita. La strega cerca di impossessarsi
di Katia, una sua discendente che le somiglia moltissimo.
E’ questa la trama sulla quale riposa il film
d’esordio, vagamente ispirato al
racconto Il Vij dell'ucraino Nikolaj V. Gogol, di questo grande direttore della
fotografia, mago degli effetti speciali e regista. Il duplice e complicato
ruolo femminile spetta a colei che di lì
a breve diverrà la Regina dell’Horror: Barbara Steele. La cupa vicenda,
magistralmente fotografata, interpretata e diretta, può a tratti essere ritenuta
come la prima horror story contenente sequenze splatter della storia del cinema
di genere: la scena che vede il sangue zampillare dalla maschera che trafora il
volto di Asa rimane impressa nella memoria dello spettatore. Stroncato dalla
critica italiana alla sua uscita nelle sale, La maschera del demonio e il suo autore vengono oggi, a
cinquant’anni di distanza, ancora apprezzati e stimati in tutto il mondo. Un
capolavoro assolutamente da vedere!
Nico Parente
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