Per i Bava fare cinema è uno stile di vita, si sa, e
l’ottimo lavoro qui di seguito recensito ne è una prova schiacciante. E’ il
1985, periodo boom in Italia per il genere horror, quando nelle sale
cinematografiche viene proiettato Dèmoni di
Lamberto Bava. Il film segna un fortunato connubio destinato a ripetersi, con
la realizzazione di un sequel, che vede assieme Dario Argento (qui nelle vesti
di produttore), Sergio Stivaletti agli effetti speciali e al make-up, Lamberto
Bava alla regia e Claudio Simonetti alle musiche.
Berlino. Kathy e
Sharon, due ragazze, ricevono per mano di un inquietante individuo mascherato
(Michele Soavi) degli inviti per una prima cinematografica a sorpresa. In sala
vengono raggiunte da George e Ken e insieme, con la sala gremita di gente,
assistono alla proiezione del film. Sul grande schermo appare la frase di Goya
“Il sonno della ragione genera i mostri”. Si tratta di un film horror che narra
di alcuni ragazzi che scoprono la tomba di Nostradamus, costruita su una delle
Porte dell’Inferno, sprigionando il Male. Una maschera esposta all’ingresso del
cinema nasconde qualcosa di mostruoso e macabro. Una ragazza sfiorandola si
ferisce accidentalmente, e il contagio ha inizio.
Una specie di zombie movie in chiave rivisitata e aggiornata
questo Dèmoni di Bava. L’idea di
fondo è sensazionale: un film proiettato in sala invade e contamina il
pubblico. Non sembra esserci via di scampo, il tutto si svolge nel cinema.
L’incubo di celluloide invade la realtà, destabilizzando lo spettatore e
calandolo in un vortice senza fine. La stessa città di Berlino viene
magistralmente resa tetra e misteriosa da un abile Lamberto, che del terrore ha
saputo fare il suo mestiere. Per chi ama vedere il sangue sgorgare a fiumi
questo è il film ideale. Lo splatter e le scene raccapriccianti non mancano.
Una nota curiosa vuole tra il pubblico una giovane Fiore Argento, figlia del
regista produttore Dario. Non si viene a conoscenza di dettagli o di elementi
che possano dare una spiegazione razionale a quanto avvenuto, ma forse anche
questo ha contribuito a rendere Dèmoni una
pellicola “cult”, che ogni patito del genere deve possedere nella propria
videoteca.
Nico Parente
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