sabato 25 maggio 2013

DEMONI

Per i Bava fare cinema è uno stile di vita, si sa, e l’ottimo lavoro qui di seguito recensito ne è una prova schiacciante. E’ il 1985, periodo boom in Italia per il genere horror, quando nelle sale cinematografiche viene proiettato Dèmoni di Lamberto Bava. Il film segna un fortunato connubio destinato a ripetersi, con la realizzazione di un sequel, che vede assieme Dario Argento (qui nelle vesti di produttore), Sergio Stivaletti agli effetti speciali e al make-up, Lamberto Bava alla regia e Claudio Simonetti alle musiche.
Berlino. Kathy e Sharon, due ragazze, ricevono per mano di un inquietante individuo mascherato (Michele Soavi) degli inviti per una prima cinematografica a sorpresa. In sala vengono raggiunte da George e Ken e insieme, con la sala gremita di gente, assistono alla proiezione del film. Sul grande schermo appare la frase di Goya “Il sonno della ragione genera i mostri”. Si tratta di un film horror che narra di alcuni ragazzi che scoprono la tomba di Nostradamus, costruita su una delle Porte dell’Inferno, sprigionando il Male. Una maschera esposta all’ingresso del cinema nasconde qualcosa di mostruoso e macabro. Una ragazza sfiorandola si ferisce accidentalmente, e il contagio ha inizio.
Una specie di zombie movie in chiave rivisitata e aggiornata questo Dèmoni di Bava. L’idea di fondo è sensazionale: un film proiettato in sala invade e contamina il pubblico. Non sembra esserci via di scampo, il tutto si svolge nel cinema. L’incubo di celluloide invade la realtà, destabilizzando lo spettatore e calandolo in un vortice senza fine. La stessa città di Berlino viene magistralmente resa tetra e misteriosa da un abile Lamberto, che del terrore ha saputo fare il suo mestiere. Per chi ama vedere il sangue sgorgare a fiumi questo è il film ideale. Lo splatter e le scene raccapriccianti non mancano. Una nota curiosa vuole tra il pubblico una giovane Fiore Argento, figlia del regista produttore Dario. Non si viene a conoscenza di dettagli o di elementi che possano dare una spiegazione razionale a quanto avvenuto, ma forse anche questo ha contribuito a rendere Dèmoni una pellicola “cult”, che ogni patito del genere deve possedere nella propria videoteca.

Nico Parente

domenica 12 maggio 2013

LA CASA (2013)

LA CASA (2013)
E’ il 1981 quando un giovane Sam Raimi, coadiuvato dall’amico attore Bruce Campbell, raggiunge i vertici della notorietà lanciando sugli schermi di tutto il mondo la pellicola, di lì a breve destinata a divenire un vero e proprio cult, La Casa. Se da sempre la letteratura macabra ispira registi e produttori, questo è un caso divenuto fenomeno: questa volta non è una semplice dimora infestata o il Re degli Inferi a dominare per tutta la pellicola, bensì la causa di questo vortice delirante di sangue, morti e possessioni demoniache risiede nelle pagine di un antico testo maledetto, il Necronomicon, anche noto come il libro dei morti. La leggenda vuole che il volume sia stato scritto con il sangue e foderato in pelle umana. Ma se tutto questo appartiene al culto e alla tradizione popolare, nonché all’immenso estro creativo di un autore quale H.P. Lovecraft, La Casa è invece una solida realtà e il remake diretto da Fede Alvarez ne è una prova! Non il solito remake quindi..
 Tre ragazze e due ragazzi, ciascuno coi propri problemi e le proprie attitudini, si recano in una casa nel bosco per il weekend. L'intenzione è di aiutare una di loro a chiudere con la droga, passando con lei i primi giorni di astinenza.
Luogo in passato di inquisizione e riti macabri, il cottage nasconde nel suo scantinato un vero e proprio martirio di gatti e tra le ceneri è possibile, per sfortuna dei poveri malcapitati, rinvenire diversi elementi che racchiudono il Male, quello vero. Riportando alla luce un antico testo viene invocata una spaventosa forza demoniaca che si impossesserà in primis della giovane Mya, facendo credere ai suoi amici che i suoi deliri siano provocati dall’astinenza. Dopo 30 anni viene riportato sugli schermi nuovamente uno dei più grandi titoli horror di tutti i tempi, ma questa volta l’ironia e il grottesco vengono messi volutamente da parte per dar vita ad un film demoniaco al 100%. Il cast funziona bene, il ritmo è coinvolgente sin dai primi minuti e la tensione e l’adrenalina non vengono mai meno. La scelta è ricaduta, in memoria dei vecchi tempi e contrariamente a tutte le altre pellicole del genere in circolazione negli ultimi anni, sugli effetti speciali analogici anziché digitali e questo ha premiato il regista e la riuscita del film. Ovviamente le citazioni al capostipite non potevano mancare (arti mozzati, la motosega, l’uso del punto di vista del demone ad alta velocità), ma il resto della pellicola si presenta come un continuo richiamo ai capisaldi del genere satanic-movie, con particolare predilezione per L’ Esorcista. Le battute della giovane posseduta, il suo sguardo, il trucco, il vestiario e quant’altro riportano senza ombra di dubbio alla piccola indemoniata Regan. Le sequenze di suspence sono lunghe e non permettono, poiché son talmente ben realizzate e coinvolgenti, allo spettatore di distogliere lo sguardo. Il finale è una sequenza unica e memorabile: una pioggia di sangue apocalittica in grado di far immedesimare il pubblico nell’ infernale situazione facendoli provare un intenso brivido lungo la schiena. Complimenti alla produzione, al regista e all’intero staff tecnico per la riuscita di questa brillante opera destinata alla consacrazione come uno dei remake più riusciti!
Nico Parente